Nel 1982 uccise con un colpo di pistola una guardia giurata mentre scappava da una banca fiorentina che aveva appena rapinato insieme a un complice. La scorsa notte (venerdì 21, ndr) Alfonso Garofalo, 59 anni, è finito nuovamente in manette. E' lui, secondo i carabinieri di Figline comandati dal capitano Saverio Mercadante, ad aver sequestrato e rapinato ieri mattina in Piazza San Francesco, pieno centro abitato del paese valdarnese, un tecnico di 26 anni impiegato in una società di slot machines che a bordo della sua auto stava andando in banca a versare l’incasso. Garofalo è entrato in azione insieme a un complice, Alessandro Ciutiis, 23 anni, anch'egli arrestato dai militari.
Secondo la ricostruzione dei carabinieri, mentre il 26enne stava parcheggiando Garofalo lo ha avvicinato e minacciato con una pistola. Salito a bordo del veicolo, il volto parzialmente coperto dal cappuccio della felpa, il rapinatore ha costretto il 26enne a guidare sino al cimitero, dove gli ha puntato la pistola addosso dicendogli di “stare giù”. Nel frattempo è comparso il complice che ha aperto il bagagliaio e si è impossessato del denaro, circa 2.600 euro in monete da 1 euro e 50 centesimi, suddivise in 3 sacchetti di plastica. I due si sono quindi dati alla fuga col bottino su un'altra auto. Il ragazzo, seppure sotto choc, è riuscito a fornire ai militari una descrizione molto dettagliata e precisa dell’uomo che lo aveva minacciato con l’arma. E' così che i carabinieri sono riusciti a risalire ai due banditi. “Non è la prima volta che mi succede - ha peraltro detto loro la vittima – già in passato quel giovane rapinatore mi ha minacciato costringendomi a consegnargli alcune decine di euro”.
Il più giovane, identificato e raggiunto in casa dagli uomini dell'Arma, alla vista dei militari ha gettato dalla finestra due sacchetti in cellophane contenenti circa 600 euro in monete. Durante la perquisizione, poi, è stata trovata la pistola giocattolo, priva del tappo rosso, utilizzata per commettere la rapina. Garofalo invece è stato incastrato dall'auto su cui era fuggito col complice, immortalata dalle immagine delle telecamere di sicurezza di una banca. I carabinieri lo hanno fermato mentre era in macchina, dopo esser stati tamponati dall'uomo in fuga. Durante la successiva perquisizione domiciliare nella sua abitazione, all’interno di un lavatoio, è stato trovato il resto del bottino. Rapina aggravata, sequestro di persona, porto di una pistola giocattolo in luogo pubblico priva di tappo rosso, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento ed estorsione i reati di cui a vario titolo i due dovranno adesso rispondere. I carabinieri stanno anche indagando su eventuali altre rapine commesse dalla coppia.
Fonte: Repubblica.it (Massimo Mugnaini)
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